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Paolo di tortura o stauros

LA CROCE NON CRISTIANA, PADRI DELLA CHIESA

CAPITOLO IV: CURIOSE AFFERMAZIONI DI IRENEO

"La speciale importanza dell’evidenza di Ireneo è dovuta al fatto che, fra tutti i Padri della chiesa dei quali ci sono pervenute delle opere incontestate, egli è il solo che si è creduto potesse avere avuto qualche tipo di contatto con gli apostoli. Come conoscente dell’anziano Policarpo, che asserì di essere stato, in giovane età, un allievo dell’anziano evangelista e apostolo San Giovanni e di avere conosciuto ancora altri apostoli, Ireneo ebbe le opportunità di accertare fatti concernenti la vita e la morte di Gesù che non sono stati acquisiti dagli altri Padri sulle cui opere facciamo affidamento. Quindi, che cos’ha da dire questo importante testimone in merito agli argomenti in questione? In quanto a fatti, pochissimo. Ci sono tuttavia due passi delle opere d’Ireneo che non sarebbe giusto ignorare del tutto. Nel primo di questi passi Ireneo dichiara che alcuni cristiani credevano che Simone da Cirene fu giustiziato al posto di Gesù, grazie al potere di Gesù di trasformare se stesso ed altri, essendosi esercitato al conseguimento di questo scopo. A questo potere si fa più volte riferimento nei nostri Vangeli, per esempio nel racconto inerente alla cosiddetta "Trasfigurazione" sul monte; la parola greca tradotta nelle nostre Bibbie "trasfigurato" corrisponde alla parola "trasformato" tradotta dal greco antico. Anche se non tenessimo conto del fatto che certi primi cristiani credettero che Gesù non fu mai giustiziato, ci si dovrebbe perlomeno chiedere se si possa dire, che Gesù poté morire come uomo sul Calvario se, stando ai Vangeli, subì una metamorfosi sul monte. Poiché, se Gesù subì una metamorfosi sul monte della Trasfigurazione, o in altro tempo anteriore all’esecuzione capitale sul Calvario, l’aspetto derivato dal processo di ritrasformazione, necessario a consentire la sua identificazione, non può essere ritenuto quello generato dalla vergine Maria, e può essere stato umano soltanto in apparenza.

Un’altra dichiarazione né più né meno enfatica di Ireneo che merita la nostra attenzione è che Gesù non fu giustiziato all’età di poco più di trent’anni, ma continuò a vivere fino alla vecchiaia. Comunque volete spiegarlo, il fatto resta; certamente non dovrebbe essere ignorato.

A prima vista, questa affermazione di Ireneo farebbe intendere che, quando il procuratore romano Ponzio Pilato manifestò la sua riluttanza all’esecuzione capitale, sebbene poi acconsentì per acquietare i Giudei a fare appendere Gesù a uno stauros, si preoccupò di manovrare le cose in modo da far deporre Gesù addormentato da narcotici, inscenare una finta sepoltura nel più breve tempo possibile, per poi rianimarlo e farlo trasferire in altra località dove potesse stare al sicuro.

Ciò che Ireneo dice riguardo a Gesù è che "Egli visse ogni età, diventando bambino per bambini…Similmente divenne anziano per anziani, per diventare un perfetto Maestro per tutti, non solo per quanto riguarda l’insegnamento della verità, ma anche sotto l’aspetto dell’età, santificando nello stesso tempo anche le persone anziane e diventando nello stesso modo un esempio per loro. Poi, alla fine, giunse alla fine della sua esistenza…Dal quarantesimo e cinquantesimo anno un uomo comincia a declinare verso la vecchiaia, come accadde al nostro Signore mentre adempiva il compito di Insegnante; perfino stando alle testimonianze del Vangelo e di tutti gli anziani [presbiteri], quelli che parlarono in Asia con Giovanni, discepolo del Signore, hanno asserito di avere ricevuto queste informazioni dallo stesso Giovanni, il quale visse fra loro fino al tempo di Traiano. Per di più, alcuni di loro videro non solo Giovanni, ma anche gli altri apostoli e udirono da loro lo stesso racconto, e ne rendono testimonianza. Allora, a chi dovremmo credere? A questi uomini o a Tolomeo, che non vide mai nessun apostolo nemmeno in sogno?"

Il lettore deve stabilire per conto suo se Ireneo credeva che Gesù non fosse mai stato giustiziato; o se fu giustiziato, ma sopravvisse; o se nacque da donna come lo supponiamo, ma giustiziato trent’anni o più tardi ancora di quanto supponiamo; o se, nonostante fosse stato giustiziato secondo le nostre supposizioni, sopravvisse fino alla vecchiaia, o se fosse nato, non all’inizio o a metà o alla fine dell’anno 1 D.C. o del 4 A.C., o non importa quale fosse la data ortodossa, comunque trent’anni o più prima di quella che noi chiamiamo la nostra era. Ad ogni modo, egli non menziona né croce né esecuzione, e pare presumere che Gesù morisse di morte naturale. E in ogni caso resta il fatto che, per quanto possa avere sbagliato, Ireneo affermò in modo enfatico che Gesù morì di vecchiaia. Anche ammettendo che Ireneo si trovi in errore, la sua evidenza tuttavia concerne uno dei punti più importanti di quest’opera. Poiché è chiaro che, anche se egli fosse così poco edotto sull’esecuzione capitale di Gesù, i dettagli di quell’esecuzione possono non essere stati ben conosciuti; e l’affermazione che lo stauros sul quale Gesù fu appeso avesse un elemento traversale può non avere avuto alcun fondamento, ma può derivare dal desiderio di collegare Gesù al notissimo ed ampiamente venerato simbolo della vita, la croce precristiana".